Convivenza territ. 2013 - Cursillos Ugento S.M. di Leuca

Cursillos Ugento S.M. di Leuca
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Convivenza territ. 2013

Eventi
CONVIVENZA TERRITORIALE DEL 29 SETTEMBRE 2013



Domenica 29 settembre in quel meraviglioso posto che è S Maria di Leuca, molti fratelli di Puglia Calabria e Basilicata, con tanta gioia nel cuore hanno partecipato alla convivenza territoriale programmata già da qualche mese prima. Il tema della giornata era ”NEL MONDO AL SERVIZIO DEL REGNO DI DIO”. Dopo un’accoglienza fatta veramente in amicizia e fraternità abbiamo dato inizio al programma della giornata. Don Quintino ci ha guidato nella recita delle Lodi, poi con la sua meditazione, con le Sue parole sempre giuste e profonde, ci ha aiutati ad aprire i nostri cuori al Vangelo. C’è stato poi il saluto e il ringraziamento del coordinatore diocesano Antonio Preite e del coordinatore territoriale Enzo Natale. Si è passato poi al rollo laico tenuto da Cosimo e Filomena Chiarello. Durante le risonanze sono intervenuti i coordinatori diocesani presenti che hanno presentato le loro riflessioni. E’ cominciata poi la meditazione dell’Animatore Spirituale Territoriale Don Alfonso Bentivoglio. Anche nelle Sue parole abbiamo trovato tutte le verità sulla Parola del Signore. Alle 12,30 è arrivato il nostro carissimo Vescovo Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Vito Angiuli che ha celebrato la Santa Messa insieme con Don Quintino, Don Alfonso e Don Vincenzo, Animatore Spirituale della diocesi di Rossano Cariati. Durante l’omelia il nostro Vescovo con parole molto semplici, in modo che tutti potessimo capire ci ha reso tutti partecipi della Parola che si era appena letta. Con la Sua carica poi ci ha incitato ad andare sempre avanti ad approfondire la nostra fede. Finita la celebrazione abbiamo fatto la foto di gruppo e ci siamo salutati col Vescovo. Così per noi che siamo rimasti è cominciato il momento della condivisione del pranzo che ognuno aveva portato da casa. Anche questo è stato un momento di allegria e di gioia fraterna. C’è stato un piccolo gruppo che ha allietato il tutto con un po’ di pizzica e di canti popolari. Intanto si è fatta l’estrazione di una piccola lotteria, con i premi che ci erano stati offerti, il ricavato è servito giusto per coprire le spese della giornata. Don quintino poi ci ha guidato nella recita del Rosario dopo di che ci sono stati i saluti e la partenza di ognuno per le proprie case.

La Fonte della Fede

Oggi 29 settembre,  la Chiesa commemora la festa liturgica dei santi  Arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele, figure che fungono da intermediarie  tra il mistero divino e le vicende umane. Possa San Raffaele, l’angelo della quotidianità, essere più vicino a noi e guidarci da vero e proprio “angelo custode” in questa Convivenza Territoriale.
Il titolo di questo rollo è: ” Nel mondo al servizio del Regno di Dio”.
Il  tema che oggi stiamo per affrontare,  sembra che riguarda le figure ufficialmente impegnate a tale servizio, come il papa, i vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate e poi i fedeli laici che a volte possono essere efficaci quanto i primi.
In verità ,in generale, “l’evangelizzazione e la fede” sono il “caso serio” della Chiesa. Lo sono, forse e  soprattutto nelle attuali condizioni storiche.
Ma non possiamo non annunciare Gesù Cristo!  Tradiremmo la nostra identità e missione di Chiesa e di cristiani.
Priveremmo gli uomini e le donne di oggi e di domani, e la stessa società, di quella salvezza di cui hanno bisogno e alla quale hanno diritto.
Il  caso serio  dell’evangelizzazione e della fede nella nostra società si presenta oggi come un’impresa talmente faticosa e difficile da sembrare, a volte, quasi impossibile.
La cultura  dominante non favorisce, anzi spesso ostacola, la corsa del Vangelo per le strade del mondo e nel cuore degli uomini.                       
E’, infatti, una cultura intimamente segnata da fattori che concorrono a dissolvere il plurisecolare e tradizionale rapporto di integrazione, se non di identificazione, tra cristianesimo e società.
La nostra non è più una” società cristiana”!  No,   nonostante permangono non pochi segni di una civiltà – come quella italiana e europea – che affonda le proprie radici nel Vangelo e nel cristianesimo,  dobbiamo  constatare che “la cultura europea dà l’impressione di una “apostasia silenziosa” che significa  rinnegare la propria religione silenziosamente, da parte dell’uomo sa-zio ,che vive come se Dio non esistesse”
Questo rinnegamento silenzioso si manifesta in modo più esplicito là dove ciascuno di noi conduce la propria vita di ogni giorno, nella trama di quelle relazioni che, a partire dalla famiglia,disegnano il volto della società in cui esistiamo e di cui siamo parte.
Proprio nella società contemporanea – dove, in concreto, ogni uomo e donna nasce,cresce,vive, studia, lavora, si diverte, gioisce, soffre e muore – il caso serio dell’evangelizzazione e della fede si presenta con tonalità ancora più gravi  e più evidenti.
Nella nostra società è quanto mai difficile e arduo non solo” diventare” cristiani, ma anche “essere” cristiani e “vivere” da cristiani.
La presenza e la testimonianza della Chiesa e dei cristiani sono messe a dura prova. Si trovano di fronte a sfide in qualche modo inedite e assai gravide di responsabilità.

                                                                      
(Filomena)

Quella di noi cristiani è la vocazione a essere “anima del mondo” come la descriveva l’antica lettera a Diogneto: “I cristiani sono nel mondo, quello che è l’anima nel corpo.                                                                                   
L’anima si trova in tutte le membra del corpo e anche i cristiani sono sparsi nelle città del mondo.
L’anima abita nel corpo, ma non proviene dal corpo. Anche i cristiani abitano in questo mondo, ma non sono del mondo.
Sebbene ne sia odiata, l’anima ama la carne e le sue membra; così anche i cristiani, amano coloro  che li odiano.
L’anima è rinchiusa nel corpo, ma essa a sua volta sorregge il corpo. Anche i cristiani sono trattenuti nel mondo come in una prigione, ma sono essi che sorreggono il mondo.( VI, 1-7).
Come possiamo vivere questa vocazione oggi, nella nostra società?
Come possiamo fermentarla, renderla più vera e più vivibile?
Rimanendo dentro come lievito che fa fermentare tutta la pasta (dice Matteo 13,33).
Infondendo in essa sapore e fragranza, con una condotta irreprensibile, che sa interrogare e contagiare,  così,  che quanti non credono,  siano attratti (I Pietro 2,12) e tutti intuiscono che vivere secondo il Vangelo è il modo più bello e più vantaggioso che esista, perché, più di ogni altro, rispetta e promuove la dignità di ogni persona, rende abitabile la terra e favorisce una convivenza nella  giustizia  e nella pace,con una costante lievitazione sociale nell’amore e nella verità.
La società tutta, nella sua concretezza e nella sue più svariate espressioni e articolazioni, è la vigna nella quale il Signore chiama a lavorare ogni cristiano. Lo chiama a lavorare con i doni e i compiti che gli sono  propri.
Non c’è nessun ambiente di vita sociale nel quale al cristiano non sia chiesto di essere  “sale”  e  “luce”.
La verità del Vangelo chiede di essere testimoniata nei luoghi in cui uomini e donne vivono, soffrono, gioiscono e muoiono.                         
Chiede di essere testimoniata in famiglia, come nel mondo della scuola e in quello del lavoro; nell’economia, come nella politica; nell’amministrazione della giustizia, come nell’uso dei beni naturali e ambientali, nel mondo dell’assistenza e dell’attenzione alle antiche e nuove povertà come in quello della sanità; nel mondo della cultura, come in quello della comunicazione sociale, nello sport, come nel tempo libero, nel divertimento e in ogni altro “luogo” nel quale si svolge la vita delle persone.
In tutti questi luoghi e dentro tutte queste relazioni, la chiamata a essere “anima del mondo a servizio del Regno” si fa più concreta e impellente.
Qui la missionarietà diventa più urgente, perché proprio qui, nei diversi ambienti di vita professionale e sociale, la scristianizzazione allarga maggiormente i suoi tentacoli e la società si sforza di organizzarsi pubblicamente senza far riferimento all’eredità cristiana e, spesso, smarrendo e rinnegando anche gli stessi valori umani: amore, verità,pace rettitudine, non violenza, comportamenti positivi che dovrebbero caratterizzare l’essere umano e la sua società che dovrebbero distinguerlo dagli animali.
( Cosimo)
Da parte nostra vi confidiamo  che dopo aver vissuto il meraviglioso “dono del cursillo” (nel 1994) è nato in noi il desiderio di una conoscenza più approfondita del movimento .
Così abbiamo frequentato moltissimi incontri  da quelli locali dell’ultreya a quelli territoriali e anche  a qualche incontro nazionale.
Tutto ciò ci ha arricchiti spiritualmente e ha soddisfatto, nello stesso tempo, la nostra sete di conoscenza.                                                            
I  tratti essenziali del nostro movimento, come sappiamo, sono rappresentati da 4 pilastri fondamentali come: mentalità, essenza, finalità e metodo.
Innamorati dall’associazione, che ci ha aiutati a riscoprire la grandezza della fede cristiana, noi abbiamo voluto approfondire in particolare il pilastro dell’essenza” al fine di distinguere ciò che in esso è effettivamente importante da ciò che invece può essere ritenuto più secondario.
L’essenza del movimento del cursillo di cristianità è l’evangelizzazione degli ambienti e  il primo ambiente siamo noi. Così IO e Filomena abbiamo lavorato sul  cambiare noi stessi dall’interno o dal di dentro, e ciò avviene solo se abbiamo veramente incontrato Gesù, altrimenti tutto è più difficile.
Per me Cosimo posso dire e dimostrare di aver incontrato Gesù, perché se non ci fosse stato Lui dentro di me, per prima cosa ora non sarei qui, ma starei in qualche altro posto o luogo lontano dal Signore Gesù.
Perché vi dico di aver incontrato Gesù, perché se non fosse stato così, io non avrei fatto mai le tante volte il cameriere, 2 volte il rettore, nei nostri corsi di cristianità.
Ho partecipato anche, per diversi anni, come responsabile nel gruppo pre-cursillo, ho praticato l’apostolato della mia presenza all’ultreya e alla scuola responsabili per circa 20anni.
Tutta questa esperienza mi ha fatto capire il significato della piccola parola  “fede” ma essa ,per ognuno di noi, ha, o può avere uno  spessore  diverso.
Per me fede principalmente significa, buon atteggiamento, buon comportamento, parlare bene,insegnare le cose buone, saper ascoltare l’altro,pregare Gesù, non essere indifferenti alle necessità altrui ,      essere generosi, amare comunque e a qualsiasi costo, perdonare sempre fino a 77 volte sette, recarsi dai venditori della fede che non mancano, e chi sono ? Sono i lontani da Gesù i bisognosi di cure materiali e spirituali.
Inoltre ho presenziato ogni anno ai Convegni e alle settimane teologiche diocesane, il desiderio del nostro attuale Vescovo Vito Angiuli  è, a mio avviso, esserci sempre o partecipare a tutti gli incontri o  riunioni  Diocesani.
Ho frequentato il corso di teologia per animatori di comunità a livello diocesano.
Faccio parte da diversi anni del gruppo educatori adolescenti e giovani nell’ambito parrocchiale.
Faccio parte  del Consiglio  Pastorale  e Affari economici della parrocchia.
Adesso, poiché, è vicino il 31° corso uomini, già sono alla ricerca di nuove adesioni al corso, ma sono tempi duri, almeno per me, comunque lascio lavorare lo Spirito del Signore.
E allora come si può essere nel mondo al servizio del regno di Dio?
Uno dei tenti modi è come vi ho appena detto.
Di una cosa sono contento e certo ed è quella di aver conosciuto Gesù, ma è anche vero che Lui è molto esigente ed io non sono per niente  coerente per come mi vuole Lui, e qui c’è il mio conflitto – Gesù ci dice che per seguirlo dobbiamo uscire dalla logica del trionfalismo per entrare in quella della croce. Per croce dobbiamo intendere principalmente innamorarci o imitare Gesù, cioè amare prima Lui come Lui ci ha amati e poi amare il nostro prossimo come Lui ci ha insegnato.
Spero quanto prima possibile di essere più efficace di quello che sono stato finora , so che la  strada buona è quella dell’ascolto e dell’annuncio della Sua parola altrimenti tutto, come ho già detto,  è più difficile.         
Spero di continuare su questa buona strada e di non allontanarmi mai da essa altrimenti peggiorerei la mia esistenza.
Obbiettivo del cursillo, dice il nostro Giovanni Genovese, non è lasciare tutto per vivere per Cristo ma lasciare che Cristo  viva in tutti.
Ringrazio il Signore che nel tempo mi ha sempre perdonato i peccati cosa che io cerco di fare verso il mio prossimo specie quello più vicino a me ma non sempre ci riesco.
Ho appreso che la Chiesa è segno  e mezzo che porta verso il Regno di Dio e poiché anch’io sono parte integrante della Chiesa anch’io sono o cerco di essere segno  e  mezzo o testimone  che va verso il Regno di  Dio.
( Filomena)
Testimoniare la propria fede in ogni momento del quotidiano non è per nulla facile. Come mio marito ha detto prima, sono un’insegnante di religione cattolica e vi confesso, le persecuzioni non mancano e molte volte mi sento una martire per amore di Gesù, perché la morte non è solo quella fisica, ma anche quella spirituale davanti ai disvalori che ogni giorno vivo con i colleghi e i genitori dei ragazzi.
Quando feci l’esperienza dei tre giorni, sentii un’espressione che ricordo sempre perché ha segnato una svolta nella mia vita “nulla viene a caso”.
Cosi ho cominciato a fare tutta una serie di riflessioni, il mio lavoro è la mia croce, in senso positivo, e proprio in questo campo che devo vivere la mia fede.
Infatti il mio quarto giorno è caratterizzato dalla perseveranza, dalla fedeltà agli impegni presi, dall’offerta a Dio di ogni sofferenza, e soprattutto da tanta preghiera.
Si, ho capito allora quanto è importante la preghiera personale quotidiana e come è indispensabile dedicare un tempo specifico a questa preghiera.  
Gesù nel Vangelo di Luca dice: “Pregate in ogni momento”(21,36) Di questo ne sono convinta.
Il Signore mi ha dato tante prove della Sua vicinanza e del Suo amore.
Se ripenso alle difficoltà che ho affrontato, mi rendo conto che le ho potute superare perché avevo Gesù accanto a me che mi sosteneva, perché ho pregato tanto, con tutto il cuore, e Lui mi ha dato la prova che le mie preghiere sono state esaudite.
Dedico la mia disponibilità al Movimento, frequentando l’ultreya, guidando la Scuola Responsabili e coordinando un gruppo di catechiste e un gruppo di ragazzi in parrocchia, perché  e insieme agli altri che si cresce nel Regno di Dio, nella generosità del dono e dell’umiltà del servizio che auguro a tutti voi di vero cuore. Dobbiamo riflettere sul bisogno di cogliere la presenza di Dio nella quotidianità.
Ti chiediamo, o Signore, di darci occhi per vedere nelle realtà più comuni  e ordinarie della vita, la Tua presenza e la Tua azione salvifica per ciascuno di noi. Donaci il coraggio della verità, anche se questo dovesse costarci caro e, sull’esempio di Gesù, nostro fratello, fa che Lo imitiamo nella franchezza alla verità e alla giustizia.
Sia lodato Gesù Cristo. De colores a tutti.
                                                            
Sito realizzato in collaborazione con la Scuola Responsabili
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