Convivenza 2021 - Cursillos Ugento S.M. di Leuca

Cursillos Ugento S.M. di Leuca
Movimento Cursillos di Cristianità in Italia
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Convivenza 2021

Eventi
Saluto del coordinatore diocesano Nando Rosato (19/09/2021)
 
Sono lieto di porgere il mio affettuoso saluto a tutti voi che siete venuti a partecipare a questa convivenza gioiosa, magari trascurando qualche altro impegno.
 
Possiamo paragonare questa convivenza ad un’autovettura che messa su strada inizia il suo rodaggio. Il nostro rodaggio per i futuri impegni inizia da oggi.
 
Non siamo moltissimi ma non dobbiamo scoraggiarci perché il Signore distribuisce grazie a tutti anche quando pensiamo il contrario.
 
A questo proposito vorrei raccontarvi brevemente una storiella come quelle che si raccontano durante i tre giorni del Cursillo di Cristianità.
 
Non avendo avuto riscontri da parte di un mio amico che mi ha inviato questa storiella, penso che si tratti di una storia vera. Il titolo è:
 
IL SACERDOTE CHE HA FALLITO
 
Il parroco di un piccolo paese andò in chiesa incoraggiato e motivato a celebrare un'altra messa serale, ma l'ora era passata e nessuno del paese era arrivato. Dopo 15 minuti, entrano tre bambini, dopo 20 minuti entrano due giovani. Così decise di iniziare la Messa con cinque persone. Nel corso della Messa, una coppia entrò e si sedette negli ultimi banchi della chiesa.
 
Mentre il sacerdote predicava e spiegava il Vangelo, entrò un altro uomo, mezzo sporco, con una corda in mano. Deluso e senza capire la causa della debole partecipazione dei fedeli, il sacerdote celebrò la Messa con amore e predicò con entusiasmo.
 
Quando stava tornando a casa, fu aggredito e picchiato da due ladri che presero la sua borsa contenente la Bibbia e altri oggetti di valore. Arrivando alla canonica, medicandosi le ferite, descrisse quel giorno come:
 
Il giorno più triste della sua vita, il fallimento del suo ministero e il giorno più infruttuoso della sua carriera; ma… non importa, avrebbe fatto tutto con Dio e per Lui.
 
Dopo cinque anni, il prete decise di condividere questa storia con i parrocchiani della chiesa. Quando la storia finisce, una coppia importante in quella parrocchia si fermò e disse: “Padre, la coppia nella storia di cui ha parlato, seduti in fondo alla chiesa, siamo noi”.
 
Eravamo sull'orlo della separazione, basata su varie questioni e disaccordi nella nostra casa. Quella sera avevamo finalmente deciso per il nostro divorzio, ma prima abbiamo deciso di venire in chiesa a lasciare le nostre fedi e poi ognuno avrebbe continuato nel suo cammino. Nel frattempo, dopo aver ascoltato l’omelia, quella stessa sera, abbiamo deciso di non lasciarci. “Di conseguenza, oggi siamo qui con casa e famiglia restaurate".
 
Mentre la coppia parlava, uno degli uomini d'affari di maggior successo che avevano contribuito a sostenere la Chiesa, alzò la mano, chiedendo di parlare e quando gli fu data l'opportunità disse: “Padre, io sono l'uomo che è arrivato mezzo sporco con una corda in mano”. Ero sull'orlo della bancarotta, perso nella droga, mia moglie e i miei figli avevano lasciato la casa a causa delle mie aggressioni.
 
Quella notte avevo cercato di uccidermi, ma la corda si ruppe, così uscii per comprarne un'altra. Nel cammino, vidi la chiesa aperta e decisi di entrare anche se ero molto sporco e con la corda in mano.
 
Quella notte, la sua omelia mi trafisse il cuore e partii da qui con la voglia di vivere. “Oggi sono libero dalla droga, la mia famiglia è tornata a casa e sono diventato il più grande uomo d'affari della città. "
 
Sulla porta d'ingresso della sagrestia, il diacono gridò: «Padre, io ero uno di quei ladri che l'hanno derubata. L'altro è morto quella stessa notte quando abbiamo compiuto la seconda rapina”. Nella sua valigetta c'era una Bibbia. La leggevo ogni volta che mi svegliavo la mattina. Dopo tante letture, ho deciso di prestare il mio servizio in questa chiesa.
 
Il Padre rimase sconvolto e cominciò a piangere insieme ai fedeli. Dopotutto, era una notte che considerava una notte di fallimento.
 
MORALE DELLA STORIELLA
 
Esercitiamo la nostra chiamata, il nostro lavoro, la nostra missione, i nostri incontri, le nostre assemblee con impegno e passione indipendentemente dal numero dei partecipanti.
 
Anche se i partecipanti non sono numerosissimi, probabilmente alcuni di loro alla fine riceveranno enormi benefici da quello che si è detto o che si è fatto.
 
Spero che da questa giornata di convivenza gioiosa, molti di noi possano ricevere ciò che il loro cuore di buono desidera, diventando uno strumento di bene per la vita di qualcuno.
 
DE COLORES


RELAZIONE
 
IL CAMMINO DI FEDE IN TEMPO DI PANDEMIA E NEL FUTURO
   
Mai prima d’ora la mia generazione aveva fatto esperienza di uno scenario impensabile come quello che abbiamo visto davanti ai nostri occhi: strade e piazze deserte in tutte le città del mondo.
 
Mai prima d’ora ci era accaduto di comunicare con parenti, amici e colleghi di ogni angolo del mondo per sentirli o vederli in rete sottoposti alle nostre stesse, identiche misure di confinamento.
 
L’invito al distanziamento fisico e a restare a casa è stato martellante ed i comportamenti individuali, spinti dal senso civico ma anche da un sistema di norme e di sanzioni, sono stati quasi sempre conseguenti.
 
Quando non si poteva andare in chiesa per partecipare alla Santa Messa, molti di noi tra cui la sottoscritta, non abbiamo abbandonato il cammino di fede e, abbiamo partecipato alla Santa Messa attraverso la televisione.
 
Il nostro vescovo Vito Angiuli ogni domenica e per moltissime domeniche ha celebrato in televisione ed ogni domenica ci dava il suo pensiero spirituale profondo in base a ciò che li suggeriva la parola di Dio.
 
Non sono mancati altri momenti di spiritualità comunicati dal Papa ogni mattina durante la celebrazione della Santa Messa a Santa Marta nella città del Vaticano.
 
Infine molti di noi del Cursillo hanno moltiplicato i momenti di preghiera individuale ed anche nella propria famiglia con la recita del Santo Rosario.
 
Quando siamo finalmente passati in zona gialla ed in zona bianca, abbiamo ripreso a partecipare alle funzioni religiose in chiesa con tutte le cautele che ancora perdurano oggi. Noi del Movimento dei Cursillos di Cristianità abbiamo fatto qualche timido incontro prima on line e dopo in presenza ed alla fine siamo riusciti a rinnovare il Gruppo di Coordinamento Diocesano.
 
La domanda sorge spontanea: Ora che la pandemia non è ancora finita ma ha rallentato moltissimo la sua forza contagiante, come cristiani e come appartenenti al Movimento dei Cursillos di Cristianità, cosa dobbiamo fare?
 
In primo luogo ritengo che dobbiamo rafforzare la nostra capacità di organizzare meglio e con rinnovato entusiasmo tutte le attività che il Movimento propone, impegnando le nostre energie sempre con l’attenzione agli altri per aiutarli a superare lo stato di abbandono in cui sono caduti magari invitandoli a partecipare ai prossimi corsi di cristianità.
 
In questi primi mesi post pandemia dobbiamo curare di più la nostra spiritualità ed orientare il nostro sguardo verso le persone povere, malate e fragili.
 
In particolare noi che abbiamo fatto l’esperienza del Cursillo di Cristianità, dobbiamo aiutare materialmente le persone che già vivevano in situazioni di emarginazione prima della pandemia e che adesso hanno peggiorato la loro situazione.
 
Se saremo in grado di leggere i segni di speranza, sono sicura che potremo sognare, sperare e realizzare un futuro migliore per loro con l’aiuto del Signore Gesù.
 
Testimonianza
 
Durante il primo Lock down ciò che abbiamo vissuto rimarrà per sempre nella storia. A parte le restrizioni, quello che mi ha più destabilizzato è stato l’uso del materiale precauzionale come mascherine, guanti, e gel igienizzante.
 
Nei super mercati, non si trovava più né amuchina né alcool ed è per questo che il prezzo era aumentato a dismisura. Le abitudini che già avevo in famiglia di disinfettare tutto si erano ancora di più intensificate.
 
Chi di noi non ha fatto scorte di cibo e detersivi, neanche fossimo in guerra. Questo era dovuto al fatto, che si poteva fare la spesa solo in caso di necessità e non tutti i giorni.
 
Al Tg non si parlava altro che di morti, di contagi, delle opinioni di virologi e si aspettavano con ansia i vari DPCM emanati da governo.
 
La cosa che mi ha colpì di più fu lo scandalo delle mascherine chirurgiche. Da lì visto che non se ne trovavano, mi venne l’idea, di cucirle personalmente in stoffa in modo che si potessero bollire, stirare, e riutilizzare.
 
Con della stoffa di lino e dell’elastico bianco che avevo in casa, realizzai le prime mascherine che usammo nella mia famiglia. Poi realizzai alcune mascherine che donai agli operai di mio marito contenute in un Kit formato da due mascherine, due paia di guanti, ed un gel disinfettante.    
 
Una sera al rientro da lavoro mio marito Emanuele mi chiese di cucirne delle altre perché i suoi clienti gliele stavano chiedendo.
 
Ricordo che in una serata ne cucii oltre trenta, dando fondo a tutti i pezzi di stoffa di lino e cotone che avevo in casa.
 
In tutto il periodo di pandemia cucii più di 250 mascherine. Le persone volevano offrirmi del denaro ma, io rispondevo che non volevo nulla e che per me una mascherina valeva la recita di una Ave Maria.
 
So che le mie mascherine, sono state spedite anche in Germania, e ai ragazzi universitari di Roma e Perugia.
 
Sono contenta di aver potuto aiutare il prossimo in un momento così drammatico: confido nel Signore affinché ne possiamo uscire forti e vincenti da tutto ciò sperando con tutto il cuore di ritornare alla normalità e poterci riabbracciare quanto prima.     
 
Ritengo che la nostra attenzione dovrà sempre andare in direzione degli ultimi, per cercare di costruire solidarietà nei confronti di tutti ed in particolare nei confronti di donne e bambini.
 
Penso che dal trauma della pandemia potremo uscire meglio se faremo comunità con la nostra parrocchia, con i nostri vicini, con i nostri parenti, con tutti i componenti del nostro Movimento dei Cursillos di Cristianità, riprendendo con forza tutte le attività che abbiamo sospeso nel mese di febbraio del 2020.
 
Non dobbiamo dimenticare che la vita umana è fatta di relazioni, che le relazioni sono la linfa della crescita, dello sviluppo e dell’equilibrio delle persone e delle comunità, e che le relazioni hanno bisogno di condivisione, scambio ravvicinato e dialogo profondo.
 
Dobbiamo riprendere in maniera tranquilla le relazioni con gli altri e cercare di vivere e ravvivare la nostra spiritualità creando momenti di aggregazione nel Movimento, in Parrocchia e dovunque si presenti l’occasione.
 
Dobbiamo ricominciare ad organizzare e celebrare corsi iniziando dal 37° corso donne sospeso proprio una settimana prima della sua realizzazione.
 
Questi corsi ci daranno la possibilità di aiutare le donne e gli uomini di oggi ad uscire dalla loro solitudine ed iniziare un futuro pieno di tantissime relazioni umane importanti.
 
Chi ha già fatto l’esperienza del Cursillo sa che il nostro Movimento propone a tutti un’esperienza di chiesa forte in soli tre giorni, durante i quali ognuno prende coscienza del proprio battesimo ed inizia a vivere più da cristiano.
 
Nei tre giorni di corso si scopre il senso della comunità di cui parlavo prima, e si scopre il senso del cammino in cordata, cioè tutti insieme in compagnia di Gesù. Si scopre che Dio ama ciascuno di noi singolarmente e ci accetta con tutti i nostri limiti e difetti.
 
Nei tre giorni prendiamo coraggio nel testimoniare la nostra fede ovunque ci troviamo e dovunque siamo chiamati a vivere.
 
Se qualcuno in questa sala non ha ancora fatto l’esperienza del Cursillo, può iniziare a fare un pensierino. A noi che abbiamo fatto già il corso ci farebbe molto piacere, ma i primi benefici nel diventare più amici del Signore Gesù, li riceve chi partecipa a questa bellissima esperienza.
 
DE COLORES
 
Leuca, 19/09/2021


RELAZIONE
 
IL CAMMINO DI FEDE IN TEMPO DI PANDEMIA E NEL FUTURO
 
Emanuele Stasi
 
Posso confermare le stesse cose che ha detto Silvia circa il cammino di fede avuto da me durante la pandemia.
 
Anch’io ho partecipato alle Sante Messe in TV, ed ho partecipato a tanti momenti di preghiera che ci proponeva la televisione.
 
La pandemia da Covid-19 mi ha fatto conoscere l’isolamento dal mondo ma allo stesso tempo ha fatto lievitare i momenti di contatto con gli altri attraverso i messaggi con il telefonino ed anche per mezzo di tante telefonate a partenti ed amici.
 
Adesso è tempo di riprendere la nostra vita di sempre quella vita che avevamo lasciato nel mese di febbraio del 2020. Adesso è tempo di riprendere il nostro servizio nel Movimento per cercare di realizzare una società più giusta, meno egoista e più cristiana.
 
Da qui, l’invito a tutti noi di rimettere in moto le nostre buone pratiche per creare un futuro migliore anche al nostro Movimento, favorendo la ripresa di tutte le attività e riprendendo la partecipazione all’Ultreya che rimane sempre un gioioso incontro settimanale, nella nostra casa comune di Ruggiano.
 
Ovviamente non dobbiamo trascurare le nostre riunioni di gruppo, il Precursillo, la Scuola Responsabili, i Cursillos per Responsabili e le convivenze gioiose come quella che stiamo vivendo oggi.
 
Credo che sarà un po’ difficile riallacciare le relazioni con tutti coloro che un giorno hanno fatto il Cursillo o con una parte di loro, ma dobbiamo provarci con convinzione.
 
Dobbiamo cercare di incontrarli di persona per cercare di riavviare le nostre relazioni. Del resto anche il Papa, nell’Enciclica “Fratelli tutti sulla fraternità e l’amicizia sociale”, non fa altro che parlare della qualità delle relazioni.
 
Mentre questa crisi ci ha portato in un certo senso ad isolarci, ad avere una stanchezza nella tenuta delle relazioni, “Fratelli tutti” ci sprona ad aprirci, a creare fratellanza. Poi, il Papa fa una lettura delle radici della fratellanza e ne fa un approfondimento.
 
Quando noi parliamo della necessità di riallacciare le relazioni, diamo per scontata la domanda: “Tu cosa pensi delle relazioni? Qual è il valore che ha l’altro per te? “Come ho curato finora le mie relazioni? E come posso migliorarle nel dopo pandemia?”
 
Le espressioni che il Papa usa - “Siamo tutti sulla stessa barca”, oppure “Dobbiamo uscirne insieme”, oppure “Siamo debitori gli uni degli altri” – indicano che dobbiamo curare con maggiore intensità le nostre relazioni con gli altri a tutte le età.
 
La domanda che dobbiamo porci come cristiani è la seguente: “Stiamo vivendo il nostro cammino di fede con impegno portando una parola vera, autentica, pregnante agli altri?”.
 
 
TESTIMONIANZA
 
Sono titolare di una ditta di termo idraulica e svolgo il mio lavoro con quattro operai di cui due celibi e due coniugati oltre a mio figlio Matteo di anni 21.
 
In questo settore grazie a Dio il lavoro non manca ed ho la possibilità di incontrare tanta gente in molti cantieri ed in appartamenti in costruzione.
 
Il primo Lock down si è presentò durante l’inverno quando ancora si accendevano i termosifoni e quindi, non potendo lasciare al freddo o senza acqua le persone anziane, continuammo a lavorare con molto coraggio.
 
Tuttavia, chiudemmo l’attività per tre settimane, ma io e mio figlio continuammo ad essere sempre reperibili intervenendo nei casi urgenti. Stando a stretto contatto con tanta gente sentivamo forte il rischio di contagio.
 
Quando andavamo a casa dei miei clienti che mi chiamavano per una urgenza, pur essendo muniti di mascherine, guanti, disinfettante, e pur rispettando le norme anti Covid ed il distanziamento durante il lavoro, notavo nei loro occhi la paura di essere contagiati da noi.
 
A nostra volta avevamo paura di essere contagiati da loro ed a portare il virus in casa mia e contagiare mia moglie e mio suocero ultraottantenne.
 
In quel periodo la nostra primogenita Roberta lavorava nella terapia intensiva dell’ospedale Nigurda di Milano, proprio nel reparto Covid.
 
Lei per telefono non faceva altro che ripeterci di stare attenti, per evitare di stare male, visto che lei era impossibilitata a spostarsi, qualora fosse successo qualcosa a noi.
 
Dopo le tre settimane di chiusura, con i miei operai valutammo il modo come affrontare il lavoro senza trasgredire le regole. Con tanta fede e con la speranza di non essere contagiati, trovammo le soluzioni necessarie.
 
La pandemia, vissuta con fede insieme agli operai in un lavoro di squadra, ha rafforzato il lavoro del gruppo e l’attenzione che messa e che mettiamo nel servire i nostri clienti, ci ha resi ancor di più una grande famiglia.
 
Quel brutto periodo è passato anche se non siamo ancora giunti alla normalità. Ci sono stati momenti di sconforto e di preoccupazione, ma quello che mi ha sostenuto è stata la preghiera che non è mai mancata in famiglia. Preghiera per le persone ammalate, per tutti gli operatori sanitari e per tutte le persone contagiate.
 
Dopo la pandemia siamo chiamati a riprendere il nostro lavoro ed aiutare i nostri fratelli a fronteggiare con loro il grave compito di rendere più umana e più giusta la società odierna.
 
 
Nei nostri impegni quotidiani, con grande responsabilità dobbiamo coinvolgere tutti anche andando incontro ad insuccessi per aiutarli ad esercitare i loro diritti sociali e civili.  E tutto questo con molta naturalezza, senza ritenerci superiori agli altri.
 
 
Per fare questo, prendiamo lo scudo della fede, l'elmo della salvezza, e la spada dello spirito che è la Parola di Dio: così ci sprona l'apostolo san Paolo nella lettera agli Efesini15.
 
 
La Fede è una virtù di cui tanto abbiamo bisogno noi cristiani, soprattutto in questo periodo di pandemia che ancora è in agguato nelle nostre vite.  La Fede ci fa avvertire in ogni momento la presenza di Cristo, che ci rende un cuore solo ed un’anima sola e ci fa diventare famiglia e Chiesa.
 
 
La Fede, infine ci aiuta a dimostrare agli altri che quello che oggi stiamo vivendo in questa convivenza gioiosa non è una cerimonia qualsiasi ma una realtà divina, che offre a noi partecipanti la testimonianza della nostra vita normale di tutti i giorni.
 
Concludo invitando tutti ad iniziare già da domani a ricostruire buoni rapporti con tutti mettendo in atto il nostro impegno e la nostra determinazione per gettare le basi e creare una vera fraternità.
 
DE COLORES
 
 
Leuca, 19 settembre 2021



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